Leggendo le anticipazioni fatte dal nostro Senatore riguardo all’importante risultato portato “a casa” per la Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) si può comprendere quale sia la strada che si intende percorrere per poter permettere l’esclusione dell’applicazione dei vincoli dettati dalla Legge Madia. Nella sua intervista di ieri a La Stampa, infatti, il Senatore conferma che “l’uscita di CVA dai vincoli della Madia consentirebbe di emettere bond e titoli”.
Ora, sicuramente la sintesi giornalistica e la brevità delle risposte non hanno permesso di poter dettagliare maggiormente quanto si sta costruendo nelle stanze della politica romana. Con questa dichiarazione, però, se ne intravede la forma. Credo, infatti, che, anche per evitare strani arzigogoli normativi a seguito dei quali si potrebbero generare contenziosi, la soluzione oggetto dell’accordo prevederà la riapertura della “finestra” per l’emissione dei bond quotati utile a determinare (in parole semplici) l’esclusione dell’applicazione della Legge Madia per CVA, un po’ come già permise una norma transitoria in sede di approvazione della legge stessa (eventualità sfruttata da molti suoi competitors che forse all’epoca erano decisamente meglio informati).
Un risultato sicuramente importante per il futuro dell’azienda, ma non certo risolutivo. Questo perché se da un lato permette di far uscire la CVA dal perimetro di applicazione delle limitazioni dettate dalla Legge Madia, dall’altro non risolve i dubbi e le scelte che occorrerà fare sul futuro dell’azienda come abbiamo già avuto modo di dire in Consiglio regionale.
In uno dei miei primi interventi di questa consiliatura (Consiglio regionale del 4 novembre scorso), infatti, ho voluto porre l’attenzione sul Programma di Legislatura del Governo Lavevaz in cui di fatto nulla si dice di più o meno dettagliato sul futuro della CVA, confondendo nuovamente le acque tra ciò che riguarda il futuro dell’azienda (gestore) e ciò che ne sarà delle future gare di assegnazione delle concessioni.
A tal riguardo, è bene ripetere un concetto importante: una cosa è il futuro del più grande gestore valdostano di concessioni idroelettriche, un’altra quella delle future gare di assegnazione e della relativa norma di attuazione che langue in Paritetica. Questa differenza non è affatto banale, considerando che la Regione si troverà ad essere al contempo proprietaria del soggetto gestore “uscente”, titolare delle concessioni in gara, nonché arbitro della contesa. Qui sì che la norma di attuazione (il suo contenuto) sarà fondamentale, proprio per regolamentare come dovranno essere gestite le gare e scongiurare qualsiasi rischio di conflitto di interessi.
Ecco dunque che il futuro della CVA, seppur “liberata” dalla Madia, in realtà è ancora tutto da valutare e scrivere (almeno per quello che è – al momento – di nostra conoscenza).