Non mi accoderò al facile (e un po’ scontato) entusiasmo per la G20 Rome Leaders’ Declaration proprio perché non ci vedo nulla per cui essere entusiasti. Sicuramente è stata una importante vetrina per l’Italia nell’ambito della politica internazionale. Quello sì e meno male che a gestirla sia stato un presidente come Mario Draghi.
In sé il risultato finale non è nulla di nuovo rispetto al passato. Assenze importanti (e un po’ strategiche), impegnative roboanti e rimandi estenuanti. Qualche intesa comune (vedi sul lato della tassazione e delle politiche energetiche), ma il tutto ancora da definire e programmare nel concreto delle cose.
Il refrain GRETINO di questo passo reggerà ancora l’impatto della realtà con conseguenze pesanti per tutti noi. Sicuramente ci saranno realtà più colpite di altre, ma quello che i grandi della Terra fanno finta di non chiedersi, forse per non incorrere in shitstorm devastanti, è quanto costerà tutto questo (e non parlo solo di denaro).
Un esempio: quale senso possono avere decisioni prese senza considerare l’impatto che le nuove necessità green avranno sulla Terra stessa? Lo sfruttamento delle terre povere alla ricerca di quelle rare non preoccupa i GRETINI? Ditelo all’Africa che poi con l’altra mano aiutiamo a suon di sussidi e dipendenza finanziaria.
Insomma, senza dilungarmi oltre, la passerella di Roma è stata molto utile per l’Italia, per riacquisire standing ed importanza sul piano della diplomazia internazionale, ma molto poco per una Terra che ha bisogno realmente di strategie e decisioni sostenibili, non soltanto a parole.