La visita di giovedì scorso al cantiere della Nuova Università Valdostana e la presentazione dell’ambizioso progetto della Cervino Green Development al Forte di Bard di sabato scorso rappresentano il passato ed il futuro dello sviluppo delle nostre “città”.
Il primo vede, dopo anni tormentati, un riavvio dei lavori che fa ben sperare sulla loro conclusione. Quanto avvenuto sino ad oggi, però, dimostra come progetti complessi necessitino di procedure e controparti snelle. Il rischio vero oggi? Avere alla fine una struttura che non sia in linea con i desiderata iniziali. Nel caso specifico, infatti, senza la realizzazione della struttura gemella alla ex caserma Zerboglio temo che la fruibilità finale del complesso rischi di essere ben al di sotto delle finalità progettuali.
Il secondo progetto rappresenta invece la volontà di una comunità di privati di voler stare al passo con i tempi della concorrenza, una volontà che deve necessariamente battere sul tempo chi si sta sviluppando in tal senso. Ma l’incognita più grande, oltre ai necessari finanziamenti (aspetto che può anche risolversi con un totale coinvolgimento “privatistico”), resta la volontà pubblica di sposare ovvero supportare un progetto così ambizioso ai piedi del Cervino. Che ne sarà delle autorizzazioni, dei permessi e dei cavilli vari?
Come in ogni campo non esiste una sola soluzione a tutto. Non ci sono mai soluzioni troppo semplici per problemi semplicemente complessi. Serve però una volontà chiara del pubblico così come il coraggio sincero del privato. Vedo nel futuro (e lo dice chi presentò nella scorsa legislatura un progetto di legge per lo sviluppo in Valle d’Aosta di accordi tra pubblico e privato) come soluzione quella di sostenere iniziative private di questo genere, così come promuovere la realizzazione di servizi e infrastrutture di strategico interesse pubblico attraverso accordi pubblico/privato e l’utilizzo di risorse nuove e fresche provenienti dal mercato.
Tutto il resto? Noiose pratiche di un tempo che non c’è più!
Grazie per il supporto.
Oggi più che mai è fondamentale una visione comune tra pubblico e privato.
Gli obbiettivi devono essere a lungo termine ma con operatività veloce e snella. Il rischio di vedere ultimati progetti che alla fine sono già “vecchi” non deve più accadere.
Dobbiamo cercare con tutte le nostre forze, di lasciare ai nostri figli una situazione migliore di come l’abbiamo trovata.