Io vado in banca cantava il Nanni Svampa, ma erano altri tempi. Chi oggi invece se ne è andato in banca (o ha telefonato, come ha invitato a fare giustamente il Presidente dell’Abi) ,lo ha fatto principalmente per ottenere i tanto attesi finanziamenti garantiti dal Decreto Liquidità.
Ricapitolando, il famoso finanziamento da 25 mila euro è destinato ad imprese, professionisti e persone fisiche che nell’intorno del 25% dei ricavi (fino ad un massimo di 25 mila euro, per l’appunto) hanno una durata di sei anni, con un periodo di pre-ammortamento di 24 mesi ovvero i denari si inizieranno a restituire per la parte di capitale tra 2 anni. Questa tipologia di finanziamento è garantita al 100% dallo Stato centrale per mezzo non tanto della SACE bensì dell’ormai famosissimo Fondo Centrale di Garanzia. Come era prevedibile sono arrivate “grosse ondate” di richieste. Ma come era ancor più prevedibile, al di là delle dichiarazioni di categoria, la situazione è a macchia di leopardo e qualcuno si è anche sentito dire che la banca si deve di fatto organizzare. C’è un però che ho già descritto e riguarda tre aspetti che vorrei nuovamente sottolineare.
Il primo. Il tasso non è definito in norma. Il tutto sta al rating ed alle banche. Il che se anche dovesse essere molto vantaggioso, come in alcuni casi, ad esempio, tra lo 0% e lo 0,25% questo varrebbe per un prestito a 36 mesi (3 anni). Se parliamo di 6 anni andiamo all’1%. Ma sono casi, non è la norma.
Il secondo. La spada di Damocle delle scartoffie di cui difficilmente le banche faranno a meno senza una indicazione precisa da Roma, Bruxelles o Basilea.
Il terzo. Non per essere maliziosi, ma il rischio, come dicono in molti che si sono già interfacciati con le relative banche, è che l’operazione finisca per non avere un vero e proprio “effetto liquidità”, bensì quello più simile ad una ristrutturazione del debito.
Un esempio: ho già degli affidamenti, su cui già pago degli interessi (sicuramente più alti) e per cui magari non ho una garanzia capiente o sicuramente più forte di quello dello Stato. Ecco, ciò che potrebbe avvenire è di fatto la traslazione del rischio dalla garanzia già presente a quella dello Stato con un effetto finale a zero in termini di nuova liquidità.