“Penso che un partito come la Lega che governa, direttamente e indirettamente, 15 Regioni italiane abbia non soltanto il diritto, ma il dovere di dialogare con si candida a guidare la Cdu, il Ppe e l’Europa” ha detto Giancarlo Giorgetti nei giorni scorsi.
Non posso che trovarmi d’accordo perché l’isolamento a livello europeo non ha molto senso, soprattutto per un movimento che oltre a governare già numerosi territori auspica a tornare a pieno titolo al governo dello Stato centrale.
Non ho mai negato il fatto di ritenere controproducente, sul medio termine, una politica di ostilità verso la Germania che nel bene e nel male è il primo partner commerciale del Nord Italia (si veda a tal proposito quanto ho già scritto in questo blog). Questo non vuol dire mettere da parte le giuste battaglie per riformare e cambiare quello che in Europa non va, molto tra l’altro, ma i prossimi mesi ed i prossimi anni saranno fondamentali per il futuro di questa Europa e la Lega non può certo essere messa (o mettersi) all’angolo dello scacchiere di Bruxelles.
Le parole di Giorgetti non sono un caso a sé, né una mera considerazione di opportunismo politico bensì una nuova linea che spero possa essere messa a terra dalla nostra numerosa rappresentanza di europarlamentari. Se la sfida al MES è cosa buona e giusta, il futuro del Recovery Plan, tutt’altro che fatto e finito tutt’altro che liquido e pronto, andrà ben governato perché non può essere lasciato nelle mani di chi non ha idee, ma si spende in continui e fantasmagorici piani e convegni in ville romane.
Serve concretezza che solo la Lega e i suoi amministratori locali, regionali in primis, possono dare e portare perché la cosa peggiore sarebbe lasciare la regia del futuro utilizzo di così tante risorse nelle mani dell’attore centrale che mai è stato così tanto ostile ai territori ed ai suoi governi locali dai tempi di Renzi.