Quando Salvini chiese “pieni poteri” il mondo intero, quello intellettuale in primis, si levò indignato. Per la carità, anche al sottoscritto quella affermazione non piacque. Maledetto fu considerato il leader della Lega e non gli furono risparmiate critiche né condanne. Ma quello che sta succedendo in questi ultimi mesi tanto assomiglia, nel pratico, a quell’auspicio. Sì, perché dall’inizio dell’emergenza la sequela di DPCM e di “notturne” del bis-Conte tanto assomigliano all’ottenimento de facto di pieni poteri non soltanto finalizzati alla gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Non fatemi per l’appunto tornare sulla questione Alitalia o su altre misure messe qua e là nei vari DPCM o il fatto che il Parlamento italiano, mai come oggi abbia perso di significato nella guida normativa del paese. Tutto passa da Conte e Soci e oggi si sta per raggiungere un livello di preoccupazione in più.
Certe affermazioni, indiscrezioni o auspici di membri del Governo nazionale e della relativa maggioranza mi fanno tanto temere una deriva etica dello Stato in ragione dell’emergenza da Coronavirus.
Diceva bene il von Humboldt per cui “ogni impegno dello Stato è da respingere, quando porti ad immischiarsi nella sfera d’affari privati dei cittadini, salvo che questi affari non si traducano immediatamente in un’offesa al diritto dell’uno da parte dell’altro”.
Ecco, pensare alle mascherine in casa oppure ad azioni delatorie da parte dei propri vicini mi fa davvero paura. Sì, perché vorrebbe dire che quella di Salvini altro non fu che una sparata propagandistica, mentre quella del bis-Conte è oggi la vera messa in pratica di un “pieni poteri” che può finire per limitare pesantemente la libertà ultima degli individui.
Personalmente non ho mai desiderato uno Stato con il naso nelle nostre case ed anche di fronte all’attuale situazione che rischia di aggravarsi nuovamente a causa di questo virus penso che a tanto possiamo limitare il nostro agire, ma mai rischiare di intaccare la nostra intima libertà individuale ovvero le nostre case.
Questo rappresenterebbe realmente il superamento di un confine sacro tra lo Stato e i propri cittadini, quasi si stesse mettendo in dubbio l’esistenza stessa della proprietà privata.
Meditiamo gente!
All'inizio degli anni 80 facevo parte della squadra universitaria di Rugby del CUS Pisa, ogni fine estate andavamo in trasferta in Cecoslovacchia gemellati con la squadra di Ostrava. Erano i tempi della guerra fredda il tempo che passavamo alla dogana era infinito. Dormivamo in un ostello sportivo ma eravamo invitati a cena dei vari giocatori ebbene una sera capimmo il concetto di libertà individuale in un paese comunista.
Mentre stavamo gustando le specialità locali entrarono senza nemmeno bussare due poliziotti della Verejna Bezpečnost( sicurezza pubblica) e si piazzarono tranquillamente a tavola, a mangiare e bere, chiedendo Passaporti e notizie sulla nostra presenza.
Questo è quello che sta per accadere oggi..
I simpatici pidioti di oggi sono cresciuti a pane e falce e martello.