Quanto avvenuto ieri in Commissione Affari Istituzionali della Camera è un fatto molto grave.
Prima di tutto non tanto per l’oggetto del contendere o per il risultato finale della votazione, bensì perché vi è un principio di base molto importante che caratterizza il rapporto tra lo Stato centrale e la Regione Autonoma Valle D’Aosta. Un principio che è parte integrante dello stesso Statuto speciale (che è bene ricordare è legge di rango costituzionale – 26 febbraio 1948, n. 4) di cui all’articolo 44, terzo paragrafo: “Il Presidente della Regione (in quanto suo massimo rappresentante, meglio specificarlo for dummies..) […] interviene alle sedute del Consiglio dei ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione”.
In secondo luogo quanto avvenuto ieri rappresenta, e forse l’onorevole e chi ha votato quella risoluzione non se ne sono ancora resi conto, uno sgarbo istituzionale (e non da poco) tra lo Stato e la Regione Autonoma, cosa che non avveniva da tempo.
Ripropongo qui di seguito un pezzo da me pubblicato sulla mia pagina Facebook il 15 dicembre scorso proprio sull’argomento.
PRESIDENTE – PREFETTO?
Non è assolutamente mia intenzione voler alimentare il dibattito tecnico e storico sulla materia, seppur è sempre bene ricordare che il Presidente della Regione è responsabile verso il Governo dell’esercizio dei poteri che per legge restano riservati allo Stato e quindi (come ha ben ricordato l’amico Mauro Caniggia Nicolotti oggi sulla sua pagina) parlare di Presidente-Prefetto è una semplificazione estrema di termini.
Ovviamente le vicende di questi ultimi giorni riaccendono il dibattito sulla questione, ma è bene ricordare che se gli uomini sbagliano (posto il fatto che il percorso giudiziario deve de facto fare il suo corso naturale) non è certo lo strumento che è sbagliato. Questa importante prerogativa statutaria a mio parere deve essere mantenuta, per rispetto dell’Istituzione Valle d’Aosta e nel rispetto della Legge dello Stato. Da questa vicenda si potrà sicuramente trarre beneficio per perfezionare ulteriormente questa prerogativa, ma cancellarla così semplicisticamente non ha nessun senso.
Ancor peggio è pensare che ci sia qualcuno che rappresenta la Valle d’Aosta presso lo Stato centrale che si vuole fare promotore di questa scelta.
Valutiamo meccanismi di garanzia e di gestione differenziata delle deleghe prefettizie ad esempio, ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca (ecco quindi, perché non valutare un organismo similare alle funzioni che il COPASIR riveste per i servizi segreti per farlo? Ovviamente è una proposta che va ben valutata e ponderata..).