Le idee non hanno monopolio. In politica non è certo una novità che i più cerchino di arrogarsi un qualche diritto di monopolio su di una determinata idea, un pensiero, un insieme organizzato di valori. Questo avviene spesso anche inconsapevolmente, perché la dialettica tra le parti porta almeno una di queste a difendere la propria posizione, anche ad oltranza, tramite l’estrema manifestazione del monopolio ideologico.
Le long de la route…
Sé. “Nous sommes l’aire autonomiste.”
MI. “Ah vraiment… et qui le dit?”
Sé. “C’est nous qui le disons. Nous sommes les seuls autonomistes!”
MI. “Les seuls? Vous en êtes bien sûr?”
Sé. “Oui. Dès demain, nous serons vraiment encore plus les seuls autonomistes!”
MI. “Donc, peut-on être qualifié d’autonomiste si l’on croit aux principes du Statut Spécial, à la préservation de notre culture et de nos valeurs…”
Sé. “Bien sûr! Tu es donc des nôtres, les seuls autonomistes! Ma che domande mi stai facendo?”
MI. “Volevo finire cercando di capire quale sia per te il significato finale dell’essere autonomista e dell’esercizio di questa nostra Autonomia. Tu credi che tutto vada per il meglio e non ci sia nulla da cambiare?”
Sé. “Perché cambiare qualcosa che funziona?”
MI. “Qualcosa che ha funzionato e che deve essere riformato perché continui a funzionare. Piuttosto. Perché i tempi sono cambiati, i bilanci regionali sono cambiati, perché la nostra stessa società è cambiata.”
Sé. “Ma perché dovremmo cambiare tutto questo?”
MI. “Parce qu’il y a le risque d’être seul. Tout comme ceux qui pensent qu’ils peuvent tout faire seuls.”
Oggi, domani
Le idee non hanno monopolio. L’area autonomista è molto più variegata, al di là di qualsiasi processo di omologazione. Qualcuno guarda l’oggi, l’amministrazione corrente, le telefonate del momento per abitudine di comando, per paura di fare scelte che chiedono coraggio (e un po’ di azzardo politico che non guasta). Non si può però andare avanti così, con la silente complicità di chi si crede ancora la parte politica culturalmente dominante (ma Berlinguer non c’è più!) e che sottovalutata sta però mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dell’autonomismo.
Vi è ora un’altra parte che, seppur da sempre presente nell’animo profondo di molti di noi, crede nella rivoluzione tranquilla di chi vuole finalmente svegliarsi da un “comodo” sonno che ci sta avvelenando. Ecco il leone bianco.
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