Nel corso dell’ultimo Consiglio regionale si è preso atto del lavoro svolto dalla III Commissione consiliare sulla petizione popolare promossa dal Comitato “La Valle non è una discarica”. Nel corso dei lavori sono poi state votate all’unanimità tre risoluzioni promesse l’una dai gruppi di maggioranza e due da parte del gruppo Lega Vallée d’Aoste.
La risoluzione promossa dai gruppi di maggioranza sostanzialmente impegna il Governo regionale, in sede di revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, a proseguire nel solco del percorso tracciato dalla legge regionale 3/2020 al fine di limitare sul territorio valdostano il conferimento di rifiuti speciali di provenienza extraregionale nel rispetto delle indicazioni dei territori comunali coinvolti.
Mentre le due risoluzioni promosse dal gruppo Lega Vallée d’Aoste, dopo aver concordato con l’Assessore all’ambiente una modifica che portasse il lasso temporale di valutazione ad almeno tre mesi, impegnano il Governo regionale:
- a definire un percorso amministrativo atto a richiedere l’implementazione di un sistema di controllo radiometrico finalizzato alla rilevazione della radioattività, con l’obiettivo di evitare che pervengano all’impianto di Chalamy, Pontey e Pompiod (accidentalmente) rifiuti che, anche naturalmente, possono presentare criticità per concentrazione di radioisotopi;
- e a verificare la possibilità di definire uno specifico Piano di monitoraggio e sorveglianza regionale, coordinato dalla Regione, che preveda, disciplini e programmi le attività future che le strutture regionali, l’ARPA, il Corpo Forestale o ogni altro ente, agenzia o organismo competente, potranno mettere in atto per il controllo delle modalità con le quali vengono svolte le attività di esercizio delle discariche di rifiuti speciali in tutte le relative fasi.
Ma al di là degli obiettivi raggiunti e di fatto votati all’unanimità da tutto il Consiglio regionale, c’è stato un passaggio che ritengo meritevole di particolare attenzione e che riguarda nello specifico le dichiarazioni fatte nel corso del dibattimento d’Aula da parte dell’Assessore all’ambiente. Dichiarazioni a fronte delle quali prima di passare al voto degli atti chiesi la parola per avere lumi sul proseguo dei lavori, in quanto non si era capito se l’intenzione (in quel momento) da parte dell’Assessore fosse quella di presentare delle proposte di modifica e/o integrazione a quanto si stava per votare. Sto evidentemente parlando della risoluzione presentata dai gruppi di maggioranza con primo firmatario il Presidente della III Commissione consiliare.
In particolare, dopo una breve introduzione relativa alla petizione ed al lavoro svolto da parte della III Commissione, l’Assessore affermava «La terza Commissione ha svolto un buon lavoro e la relazione è in gran parte condivisibile. Ritengo tuttavia che il Consiglio dovrebbe integrarla con alcuni interventi operativi».
Ora, lato nostro, per l’appunto, abbiamo presentato due risoluzioni che proponessero delle soluzioni pratiche e perseguibili per poter aumentare il grado di controllo e sorveglianza degli impianti anche in ottica dell’esperienza maturata nel corso delle audizioni avute sulla discarica di Pompiod e del lavoro fatto da nostri simpatizzanti operanti nel settore. Proposte per cui l’Assessore stesso ci ha chiesto del tempo, quantificato in tre mesi. Su questo aspetto non abbiamo voluto far alcuna polemica, certi che i tempi saranno anche minori considerata l’attenzione che da sempre l’Assessore ha per questi temi. È proprio in tal ottica (interventi operativi) che ci siamo mossi. Ma mi chiedo, come mi chiesi allora, perché l’Assessore non ha posto questa questione in sede di sua audizione e/o al Presidente della III Commissione con il quale sicuramente c’è stato (almeno penso) un confronto prima del Consiglio regionale?
Un ulteriore passaggio dell’intervento dell’Assessore diceva «Dobbiamo essere consapevoli che queste due discariche non sono impianti abusivi, ma attività che hanno avuto formali autorizzazioni; non è possibile asserire se ci siano stati degli errori nell’iter autorizzativo, ma è certo che la normativa di riferimento, nazionale e regionale, è farraginosa e lacunosa, evidentemente non adeguata.».
Interessante affermazione per chi ha costruito nel tempo parte del proprio consenso su queste tematiche, ma non mi dilungo oltre, starà agli elettori giudicare quanto detto prima e dopo aver avuto l’incarico di Assessore che spesso fa cambiare opinione a molti.
Senza dubbio, però, sono d’accordo sul fatto che la normativa di riferimento (sia essa nazionale che regionale) necessita di pesanti modifiche ed aggiornamenti onde evitare anche quei “passaggi (un po’) forzati” che spesso avvengono (o forse sono già avvenuti.. chissà..) in situazioni di concertazione delle autorizzazioni. Chi vuole capire, capisca! Ed infatti anche l’Assessore ha affermato che «Bisogna intervenire sull’impianto normativo, per quanto ci compete, come già fatto con la legge 3/2020, che abbiamo votato, ma che è ora impugnata. Il primo impegno deve essere quello di difendere la norma regionale in sede giudiziaria, ma purtroppo esiste il rischio di trovarci presto senza una legge, con le mani legate, incapaci di dare risposte. Bisogna studiare fin da subito come intervenire, non è sufficiente contare esclusivamente sul Piano regionale dei rifiuti, che sarà pronto fra molti mesi. Si rischia di rimanere senza una norma per limitare fortemente l’afflusso di rifiuti speciali verso le due discariche.».
Un passaggio molto interessante che merita un maggior approfondimento che sicuramente avverrà nella prossima riunione della III Commissione di domani quando si affronterà la questione del Piano regionale dei rifiuti. Eh sì, perché a fronte dell’impugnativa delle parti di legge 3 relative alla gestione dei rifiuti, quale altro intervento normativo si potrebbe porre in essere? Sarà interessante capirlo a fronte di queste dichiarazioni.
Ora, nel complesso sarebbe davvero interessante capire perché certe considerazioni non siano state frutto di discussione, almeno così sembra, in maggioranza, bensì siano passate in Consiglio quasi a mo’ di “sfogo” dell’Assessore che ha poi votato tranquillamente la risoluzione proposta dai colleghi di maggioranza. Non che questo sia strano in senso generale o mi interessi personalmente, però non si capisce il distinguo fatto in discussione: perché?
Sarà forse la necessità di non deludere troppo un parte della propria base elettorale a fronte della “ragione politica” di un voto così espresso, oppure c’è dell’altro..