Energia gratuita ai valdostani?

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Energia gratuita ai valdostani?

Energia gratuita ai valdostani? 1920 1280 Stefano Aggravi

Energia gratuita ai valdostani? No, se ci raccontano favole sulle concessioni idroelettriche. Nel corso del Consiglio Valle del 25 gennaio 2025, durante la discussione sullo schema di norma di attuazione dello Statuto speciale in materia di concessioni idroelettriche, ho ritenuto doveroso intervenire per fare chiarezza su un tema che, più si avvicinano le elezioni, più rischia di essere strumentalizzato: la possibilità, da parte della Regione, di riassegnare le concessioni di grande derivazione idroelettrica a una società “in house” per fornire energia gratuita ai valdostani.

Per evitare ogni ambiguità: non si può fare. Non è una posizione di parte, ma un dato di fatto sancito dalla normativa nazionale ed europea. E ora lo conferma anche, nero su bianco, la risposta — finalmente arrivata — alla mia interrogazione a risposta scritta riportata qui sopra.

È vero, lo ammetto: la formulazione data al Quesito 2 può sembrare volutamente vaga o addirittura sibillina. Ma proprio per questo vi invito a leggere con attenzione l’art. 12 del D.lgs. 79/1999. Non è una lettura semplice, e l’interpretazione non è affatto banale. Tuttavia, proprio lì sta il cuore del problema normativo.

Forse ci torneremo ancora sopra, perché una cosa è certa: vendere illusioni è facile, ma governare rispettando le regole è tutta un’altra storia.

Tutela della concorrenza

Come ricordato dagli uffici regionali, la disciplina delle concessioni idroelettriche rientra nella competenza esclusiva dello Stato, in quanto materia di tutela della concorrenza (art. 117, comma 2, lett. e, della Costituzione). Su questo punto la giurisprudenza costituzionale è costante: l’assegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica deve avvenire attraverso procedure a evidenza pubblica, per garantire il libero accesso al mercato e impedire distorsioni concorrenziali.

Anche la futura legge regionale che sarà adottata sulla base della nuova norma di attuazione dovrà rispettare i limiti dettati dall’art. 12 del D.lgs. 79/1999, fatta eccezione per quanto espressamente previsto nella stessa norma di attuazione. In altre parole, nessuna scorciatoia: la riassegnazione diretta a soggetti pubblici senza gara non è contemplata, se non in casi specifici da disciplinare con grande cautela (vedi quanto già detto).

Società in house

La narrazione secondo cui una società pubblica “in house” potrebbe gestire le concessioni idroelettriche e poi distribuire energia gratuitamente ai valdostani è una forzatura normativa (per non dire altro…), smentita dai fatti e dalle norme. Come chiarito anche nelle risposte ufficiali alla mia interrogazione:

  • le società in house possono agire solo per soddisfare le esigenze dei propri enti soci, non per finalità generiche o per utenze terze;
  • l’energia prodotta potrebbe essere utilizzata per i consumi della Regione stessa, ma non venduta sul mercato né ceduta gratuitamente ai cittadini, salvo quanto previsto da normative specifiche (e.g. l’art. 3, comma 5 della norma di attuazione, che comunque andrà attuato caso per caso).

Dunque, l’idea che si possa bypassare il mercato e regalare energia a tutti i valdostani tramite una società pubblica non trova riscontro né nel diritto europeo, né in quello nazionale, né nel quadro attuativo regionale.

I “preminenti interessi generali”

Alcuni hanno provato a giustificare certe ipotesi di riassegnazione diretta facendo leva su presunti “preminenti interessi generali connessi alla produzione dell’energia”. Anche su questo punto, le risposte ricevute sono chiare: si tratta di interessi legittimi ma generali, come la sicurezza energetica, la sostenibilità ambientale, lo sviluppo economico o l’equità sociale. Tutti obiettivi condivisibili, ma che devono essere bilanciati con i principi europei di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento.

In sostanza, nessun interesse generale può giustificare una violazione del diritto europeo o dei principi costituzionali italiani. È quindi fuorviante far credere che questo possa essere un escamotage per saltare le gare o creare scorciatoie normative.

Né “in house” né riassegnazione diretta

Infine, i due quesiti più tecnici posti nella mia interrogazione confermano definitivamente la linea già sostenuta:

  • non è possibile prevedere la riassegnazione di concessioni a una società in house per poi vendere energia sul mercato o fornirla gratuitamente a soggetti terzi;
  • non risulta contemplata nemmeno la possibilità, nell’attuale ordinamento, di riassegnare concessioni direttamente a soggetti pubblici non in house, come pure era stato tentato tramite emendamenti poi stralciati nel Milleproroghe 2023.

Conclusione: basta favole!

Chi sostiene oggi che con una società in house potremmo tenerci le concessioni, produrre energia e distribuirla gratuitamente a tutti i valdostani, sta raccontando una favola elettorale. Non solo ignora i vincoli normativi, ma alimenta aspettative che rischiano di trasformarsi in delusioni.

Ci sono certamente margini per ottimizzare la gestione dell’energia prodotta in Valle d’Aosta, per sostenere le fasce vulnerabili o promuovere investimenti strategici. Ma ciò va fatto necessariamente entro le regole, con proposte realizzabili, non con slogan da comizio.

Alla Valle d’Aosta non servono illusioni. Servono competenza, verità e visione.

PS: alla prossima puntata, #staytuned.