Prospettive 2025: che cosa ci attende?

Prospettive 2025: che cosa ci attende?

Prospettive 2025: che cosa ci attende? 745 537 Stefano Aggravi

Prospettive 2025: che cosa ci attende? Nelle ultime ore del 2021, dedicavo il mio ultimo articolo dell’anno all’arrivo dell’inflazione. Un fenomeno che sembrava solo un’ipotesi lontana ma che ha rapidamente preso piede nel panorama economico globale. Sul finire del 2022, mi chiedevo se l’inflazione sarebbe tornata “in gabbia”, citando un ex primo ministro cinese. Oggi, a pochi giorni dalla fine del 2024, sembra che finalmente questa gabbia possa richiudersi. Almeno così ci dicono i grafici. Tuttavia, la strada per un ritorno alla normalità è tutt’altro che lineare e alcuni fattori potrebbero rallentare o addirittura invertire questa tendenza deflativa.

Il ritorno dell’inflazione: un’incertezza da monitorare

Uno degli elementi più rilevanti in questo scenario è l’aumento previsto del prezzo del gas, che influenzerà inevitabilmente anche il costo dell’energia elettrica. Già negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un trend crescente che potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi. Questo incremento dei costi energetici si inserisce in un contesto più ampio di incertezze geopolitiche che non riguardano più solo il conflitto in Ucraina, ma anche il Medio Oriente. Gli sviluppi legati alla Siria, l’indebolimento dell’Iran e la crescente instabilità nella regione complicano ulteriormente un quadro globale già fragile. Le tensioni geopolitiche si intrecciano così con le sfide economiche, rischiando di compromettere la stabilità globale.

Un periodo quasi paradossale

Dal 2020 in poi, i mercati azionari globali sono saliti di circa il 50%, il PIL nominale degli Stati Uniti è cresciuto di oltre il 30%, e gli utili delle società americane sono aumentati di quasi il 70%. Tutto ciò è avvenuto nonostante eventi straordinari come i lockdown, guerre alle porte d’Europa e in Medio Oriente, e un aumento senza precedenti dei tassi d’interesse e dell’inflazione. Questo paradosso economico merita una riflessione profonda, poiché sfida molte delle nostre certezze sulle dinamiche economiche e finanziarie globali. 

Anche con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, non sembra che ci siano previsioni di cambiamenti drastici sul piano economico interno degli Stati Uniti, se non in termini di politica estera. Noi europei restiamo sempre più scandalizzati dal linguaggio “forte” e diretto utilizzato dalla politica americana. Una realtà che non capiremo mai fino in fondo e forse in questo sta la nostra giusta differenza (politically correct a parte). Chi prevede politiche o scelte apocalittiche rimarrà deluso, o forse si concentrerà più sulla forma di certe dichiarazioni che, fortunatamente, sulla loro sostanza reale.

Gli effetti collaterali del Superbonus

Uno degli elementi che ha contribuito ad alimentare l’inflazione in Italia è stato il Superbonus, che ha provocato un aumento dei costi delle costruzioni di circa il 20%. Secondo un’analisi di Banca d’Italia, questa “maxi-agevolazione” è stata responsabile di circa metà di tale aumento. I costi hanno iniziato a crescere significativamente nel 2021, anno di avvio del programma, proprio in concomitanza con l’inizio del ciclo inflazionistico nell’Eurozona. Sebbene l’Italia abbia registrato un aumento dei costi inferiore rispetto ad altri Paesi europei come la Germania, dove la situazione è stata aggravata dai colli di bottiglia e dall’aumento dei costi del lavoro, il Superbonus ha avuto un impatto considerevole sui costi delle costruzioni. Con il ritorno dell’inflazione a livelli più bassi, gli strascichi del Superbonus potrebbero però avere effetti “ritardanti” sulla tendenza deflativa anche e soprattutto sul settore edile così come su quelli a questo collegati.

Nuove e vecchie minacce all’orizzonte

Bertrand Chamoulaud, direttore della direzione nazionale del renseignement territorial francese, ha recentemente identificato il narcotraffico e il separatismo islamista come i due maggiori rischi per la coesione nazionale in Francia. A complicare ulteriormente il quadro, si aggiungono le tensioni legate al conflitto israelo-palestinese, l’entrisme dei Fratelli Musulmani e l’influenza pervasiva del narcotraffico. Queste minacce, tuttavia, non riguardano solo la Francia: esse riflettono un panorama europeo sempre più intricato, dove le sfide interne di ciascun Paese si intrecciano con questioni globali, creando un contesto di crescente complessità e interconnessione.

Un’analisi più approfondita di queste nuove e vecchie minacce richiederebbe sicuramente ulteriori interviste, dati e testimonianze. Tuttavia, già in questa sintesi emerge chiaramente quanto accennato all’inizio dell’articolo: anche in Europa, le problematiche nazionali non possono essere comprese senza considerare le dinamiche internazionali, in un equilibrio precario e sempre più interdipendente.

Conclusioni

Mentre ci avviamo alla chiusura del 2024, il panorama economico e politico globale si presenta come un mosaico complesso, caratterizzato da tendenze contrastanti e sfide intrecciate. Da un lato, i segnali di una possibile normalizzazione dell’inflazione offrono una speranza di stabilità; dall’altro, fattori come l’aumento dei costi energetici, le tensioni geopolitiche e gli effetti ritardati di politiche economiche interne, come il Superbonus in Italia, rischiano di rallentare o addirittura invertire questa tendenza.

In questo contesto, appare evidente che nessuna nazione è un’isola: le dinamiche locali sono sempre più interconnesse con quelle globali, creando una rete di influenze reciproche che richiede analisi attente e risposte coordinate. Il paradosso economico degli ultimi anni, in cui mercati e PIL hanno prosperato nonostante crisi epocali, ci ricorda che le certezze del passato potrebbero non essere più valide.

La vera sfida del 2025 sarà navigare in questa complessità con pragmatismo e lungimiranza, riconoscendo che la stabilità economica e sociale dipende non solo dalle scelte politiche nazionali, ma anche dalla capacità di adattarsi a un mondo sempre più interdipendente. Resta ora da vedere se saremo in grado di affrontare con successo le opportunità e i rischi che ci attendono, consapevoli che ogni decisione locale può avere un impatto globale.

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