Zone franche in VDA? Il Titolo IV dello Statuto speciale di Autonomia della nostra Regione è denominato “zona franca”. Al suo interno contiene l’articolo 14 che definisce i presupposti per l’attuazione della stessa. Tuttavia, come ben sappiamo, la zona franca in Valle d’Aosta non si è mai realizzata. Negli anni il sistema del “contingentamento” e del c.d. “riparto fiscale” sono state l’alternativa alla concreta realizzazione di un regime fiscale ben diverso.
“Il territorio della Valle d’Aosta è posto fuori della linea doganale e costituisce zona franca. Le modalità d’attuazione della zona franca saranno concordate con la Regione e stabilite con legge dello Stato.”
Articolo 14 dello Statuto Speciale per la Valle d’Aosta
(Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4)
Nel concreto il testo stesso dello Statuto speciale definisce il principio cardine della questione. La modalità di attuazione della zona franca, infatti, deve essere concordata tra la Regione e lo Stato. Questo ultimo, poi, ne disciplinerà nel concreto i termini per legge. Il principio dell’intesa resta, pertanto, il pivot centrale della questione. Vero è che il primo periodo dell’articolo 14 dice per l’appunto una cosa in più: il territorio valdostano è posto al di fuori della linea doganale. Tuttavia, questo ulteriore principio si scontra con l’insieme delle evoluzioni normative comunitarie e doganali che dal 1948 ad oggi si sono affastellate. Questione ulteriormente molto complicata.
Che cosa propone la Lega Vallée d’Aoste?
Per questo motivo, sulla scorta delle varie esperienze presenti sul territorio italiano, così come anche in Europa, di zone economiche speciali, il Gruppo consiliare della Lega Vallée d’Aoste si è fatto promotore di una mozione (di cui risulto primo firmatario) che vuole impegnare il Governo regionale a predisporre uno schema di norma di attuazione recante disposizioni concernenti le modalità di istituzione da parte della Regione di “zone franche” all’interno del territorio valdostano.
In estrema sintesi. Perché, in forza del principio definito dall’articolo 14, non si avvia una seria e concreta concertazione con lo Stato centrale per rendere in chiave moderna l’attuazione della nostra zona franca? Come Movimento politico crediamo infatti che il modello delle zone franche urbane o di montagna possa costituire un punto di forza per la nostra Comunità. Nel primo caso per recuperare, ad esempio, zone industriali dismesse, così come nel secondo caso contrastare lo spopolamento delle nostre montagne.
Siamo convinti che questa “via di mezzo” possa essere il primo passo di una rinnovata politica di sviluppo economico e anche sociale della nostra Petite Patrie dove la libertà di iniziativa possa finalmente prevalere sull’arbitrarietà della redistribuzione “politica” delle risorse proprie dei valdostani.
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