Limitare il contante. Ha senso? Un passo alla volta. La presentazione della proposta di legge, a prima firma dell’onorevole Bagnai, ha riportato in auge la querelle sul “giusto” limite da porre alla circolazione dei soldi.
Va detto che oggi i media hanno avviato la solita campagna di allarme con varie interviste ai più, tra cui le varie Authority e personalità che si occupano del contrasto e della prevenzione ai vari reati collegati all’uso dei “liquidi”.
Quindi?
Va altrettanto detto che su questo aspetto si sente e si leggono tante banalità e ovvietà. Chi lavora o ha lavorato nel settore dell’antiriciclaggio conosce benissimo l’insieme di normative, direttive, segnalazioni e obblighi vari a cui gli operatori devono dare compliance. Un foresta che spesso non aiuta chi deve operare nell’interesse delle autorità (e direi della comunità) ed in cui, invece, la criminalità trova spazio per più o meno fantasiose operazioni.
Ha senso limitare l’uso di contante che poi comunque necessariamente deve essere (adeguatamente) giustificato ovvero deve inserirsi nel sistema finanziario? Inutile dire che il limite del contante è oggi il più debole dei sistemi di contrasto all’uso criminale dei soldi. Eh sì, perché semmai questo è uno strumento di prevenzione all’uso criminale del contante. Tra l’altro se gli altri presidi funzionano il limite poco aiuta. In sintesi: se gli operatori che procedono con l’espletamento delle funzioni di “adeguata verifica” a chi deposita o usa certi livelli di contante fanno il loro dovere, beh ecco che in quel caso il soggetto criminale verrebbe identificato con notevole facilità.
Inutile porre limiti se poi gli altri presidi al rischio non funzionano!
In ultimo credo che valga anche la pena richiamare un principio di libertà. La capacità di spesa è dell’individuo (almeno a modesto giudizio di chi scrive), così come la capacità di risparmio e tale deve rimanere. Terribile sarebbe pensare il contrario. Allo stesso modo va detto che se uno strumento di pagamento ha lo status di “corso legale” questo deve poter essere utilizzato liberamente. In caso contrario si porrebbero questioni non di poco valore morale, etico e filosofico, nonché giuridico.
In conclusione
Ergo, quale è il giusto limite da porre al contante? Penso che, alla luce dell’attuale valore dell’euro e delle pratiche segnaletiche a cui gli operatori del settore sono obbligati, i 5.000 euro vadano più che bene (i diecimila pure in realtà).
Per tutto il resto, si rendano gli strumenti di pagamento digitale più accessibili e più economici a tutti e vedrete che la scelta del limite ottimale non sarà più un problema.
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