Nel corso del Consiglio regionale di ieri sono intervenuto nel dibattito sulla Relazione al Consiglio regionale sulla partecipazione alla Conferenza sul Futuro dell’Europa e sulle prospettive per le autonomie regionali, con particolare riferimento a quelle speciali, perché al di là delle belle parole credo sia necessaria una buona dose di realismo politico.
La sintesi del mio intervento
«Pur condividendo i principi della risoluzione, è necessario essere realisti rispetto allo stato dell’Unione Europea: un Leviatano che vive in un dedalo burocratico fatto di contraddizioni. A livello europeo si attaccano i sovranisti ma poi vediamo che ogni Stato ragiona e agisce sulla base del proprio interesse. L’azione della comunità europea e lenta e inefficace: lo abbiamo visto bene con la pandemia. Abbiamo una guerra alle porte e il vero esercito dell’Europa è quello statunitense, la NATO. L’Unione Europea sta sottovalutando i due pericoli che arrivano dal Sud e dall’Est del mondo: l’Africa è stata lasciata nelle mani della Cina che controlla le materie prime e le componenti essenziali necessarie alla tanto declamata transizione ecologica.
Le piccole realtà di montagna come la nostra rischiano di esser schiacciate dall’ipocrisia delle false speranze.
Anche il PNRR, così come è stato strutturato rischia di mettere in crisi tutto il settore della cantieristica e mi auguro che la scadenza del 2026 venga posticipata. In tutto questo le Regioni sono schiacciate tra le istituzioni europee e quelle nazionali. Bisogna cercare di “fare cartello” con le altre Regioni per modificare i rapporti sia con gli Stati che con l’UE.
E’ necessario essere realisti rispetto allo stato dell’Unione Europea: un Leviatano che vive in un dedalo burocratico fatto di contraddizioni.
Mi auguro che si arrivi a uno snellimento dei processi e delle procedure ma temo che il galoppante dirigismo europeo resterà tale. Le piccole realtà di montagna come la nostra rischiano di esser schiacciate dall’ipocrisia delle false speranze.»
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