La leadership europea si è vista più che debole nella gestione complessiva della pandemia. Ogni Stato, in fin dei conti, è andato per proprio conto e forse, per la carità, molto meglio così. Ma di fondo la risposta finale è stata altrettanto debole.
La gestione deficitaria dei vaccini e l’assenza di una strategia comune di risposta all’evento pandemico ha soltanto visto nascere, come unica vera reazione al tutto, una nuova autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie HERA – Health Emergency Preparedness and Response Authority. Uno strumento presentato quasi timidamente e – nel complesso – ben poco considerato dai media. Eh sì, forse perché rispetto alla BARDA americana il budget di partenza è ben al di sotto delle aspettative e delle relative necessità.
Certo abbiamo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza..!
Vero e proprio pozzo di San Patrizio per qualcuno che, però, i più non hanno letto nelle parti più significative. Sì, quelle delle riforme. Il PNRR non è soltanto un piano di finanziamento di opere e servizi più o meno innovativi, è soprattutto un piano di riforme. Per la carità, ben venga come strumento di pacifica coercizione a darci una mossa, ma poi? Eh sì, perché serve ben altro per definire una reale strategia europea di sviluppo e crescita.
Ad oggi non c’è molto di più e non sto sottostimando le cose. L’Europea si è dimostrata senza dubbio un ottimo scudo al Leviatano dell’inflazione – o meglio lo è stata la Banca Centrale Europea, più che l’Unione – ma nulla in più se non una macchina produttrice di direttive e regolamenti che spesso e volentieri fanno quasi rimpiangere un’altra Unione: quella delle RSS.
L’Europa però, allo stato attuale, persiste nella sua debolezza di fondo: volersi trasformare in una sorta di super-Stato. Questo però facendo così venire meno il senso stesso della propria esistenza ovvero quello di unire realtà anche molto differenti in pace e prosperità.
Che fare dunque? #tobecontinued