Ho sempre avuto una certa diffidenza nei confronti di quanti si dicono entusiasti del processo di costruzione dell’Unione Europea. In egual modo non mi sono mai appassionato più di tanto a favore di chi si dice folgorato dall’idea dell’italEXIT. Sarà che credo fortemente nella necessità di essere pragmatici in politica estera – per tanti motivi – ma così è.
Proprio per questo motivo non credo nella semplicistica visione di chi oggi divide l’Europa in sovranisti & europeisti. Tra chi vitupera il cosiddetto Gruppo di Visegràd e chi risolverebbe tutto battendo nuova/vecchia moneta. In fatto di leadership europea, poi, c’è da rimpiangere – almeno a parere di chi scrive – quanto fatto a suo tempo da Jean-Claude Juncker.
La crisi migratoria e quella climatico-energetica dimostrano oggi chiaramente quanto questa Europa sia debole e priva di una strategia. Sì, credo anche che le politiche di “espansionismo” europeista abbiano notevolmente complicato le cose.
L’Unione ha sino ad oggi “sopportato” quanto avveniva sul fronte migratorio Sud in cui Italia, Grecia e Spagna – a vario grado – si sono fatte (e continuano a farsi) carico del grosso del problema, senza mai averne cercato (l’EU) realmente una soluzione perseguibile. Fatto che ha determinato l’assurdo – nonché costoso – patto con la Turchia di Erdogan. Oggi poi scopre il fronte Est, problema che preoccupa – ora sì – non poco la Germania, sì quella del raddoppio del Nord Stream. Una visione selettiva quella tedesca di Angela Merkel, che da un lato annuncia la fine del nucleare e dall’altro potenzia la fornitura di gas e riscopre pure la lignite. Insomma, scelte pragmatiche nell’interesse primario del proprio Paese.
Pensiamo dunque poi alla crisi climatico-energetica, perché scindere le due cose non è soltanto impossibile, bensì beceramente stupido. Quale è la strategia di una Europa, della sua leadership, che prima di parlare di target climatici non definisce un piano concreto e reale di reperimento delle risorse, tecnologie e di sostenibilità nel medio e lungo periodo di obiettivi che costeranno agli europei moltissimo. Non sto pensando soltanto alle bollette, ma ai posti di lavoro ed in generale al nostro futuro. Non mi perderò nelle polemiche sull’auto elettrica, ma certo è che alcuni temi è bene considerarli: litio, rame, filiera dell’automotive, colonnine, etc.
Vado avanti? Non aggiungerei altro di quello che già si legge su tanti media.
Dove pensa di “andare” l’Unione Europea, la sua leadership, noi tutti?
#tobecontinued