Commissione paritetica: che dire?

Commissione paritetica: che dire?

Commissione paritetica: che dire? 2560 1920 Stefano Aggravi

E’ interessante vedere come quanto avvenuto nel corso degli ultimi giorni abbia attirato l’attenzione dei più sulla Commissione paritetica. Quello che è di fatto il più importante organo di dialogo con lo Stato centrale: un pilastro della nostra Autonomia. Lo dico con un po’ di sorpresa perché le tante e varie iniziative che in questi mesi hanno fatto le Forze di Opposizione in Consiglio Valle non avevano destato alcun interesse. Sicuramente nulla di importante, ma perché oggi tanti ne parlano e pontificano se sino ad oggi era il silenzio?

Nel bene e nel male, sulla Commissione paritetica il Programma di legislatura 2020-2025 del Governo Lavevaz ha caricato una serie di questioni non da poco: idroelettrico in primis. Eppure in tanti se ne sono fregati (è così) delle preoccupazioni espresse in merito alle nostre concessioni – senza battere ciglio – quando il limite posto dalla legge nazionale era ormai superato. Serve una norma di attuazione! Così avrebbero detto anche negli uffici regionali. Ma nulla di certo, nulla di argomentato tra l’altro con la Commissione paritetica ancora vacante.

Invece dopo quanto avvenuto sul voto che ha generato il rifiuto dell’ex Ministro Flick ecco i tanti a dire quel che pensano ed a tuonare “allo scandalo”. Passi la ormai generalizzata e costante delegittimazione e denigrazione del Consiglio Valle, ma perché signori miei ora vi agitate tanto senza dare la giusta considerazione a quanto avvenuto? Due elementi in particolare vanno tenuti in conto.

Il primo. L’ex Ministro in un collegamento al TGR Rai ha detto di aver chiesto a chi lo ha cercato la piena convergenza in Aula. Ecco, perché questo aspetto lo si è appreso soltanto dopo? Perché nessuno ha sottolineato questa necessità?

Il secondo. La nomina della parte regionale della Commissione a dire del Presidente della Giunta (in risposta ad una delle tante sollecitazioni in Aula) sarebbe stata oggetto di una convergenza tra tutti i gruppi consiliari. Possibile che questa sia stata condotta mettendo semplicemente sul tavolo della capigruppo tre nomi a poche ore dal Consiglio senza sottolineare alcunché? A questo punto è bene chiedersi chi abbia davvero sentito l’ex Ministro..

A suo tempo lo stesso Presidente Fosson, a cui non ho mai negato critiche e attacchi (anche forti tra l’altro), si sincerò di trovare la più ampia convergenza dell’Aula sui nomi proposti (al di là dei singoli o più proponenti). Perché oggi così non è stato?