Contento? Soddisfatto? No.
Senza dubbio, almeno, nel Decreto Sostegni non abbiamo più trovato follie sullo stile del cashback o delle lotterie degli scontrini, per non rievocare più i monopattini. Ma occorre fare dell’altro, occorrerà fare meglio. Non è quindi una scusa dire che quanto fatto oggi raccoglieva un lavoro già iniziato e risorse già previste. Su quella scia si è dovuto lavorare: questo è un dato di fatto! Ma ciò non deve e non vuole essere un banale giustificativo rispetto al lavoro che c’è da fare, con tutte le difficoltà del caso.
La Montagna finalmente ha ottenuto attenzione con un articolo dedicato a fronte del quale, però, il ruolo delle Regioni sarà fondamentale per definire i criteri e le modalità di attuazione e assegnazione del fondo destinato all’industria della neve (l’articolo 2 sulle misure di sostegno ai Comuni a vocazione montana appartenenti a comprensori sciistici).
Ma, come ho già detto, questo non è abbastanza. Serve un’altro tipo di attenzione proprio a favore di chi ha sostenuto costi incomprimibili in questi mesi, costi che hanno colpito direttamente la nostra industria turistica di montagna. Si preannuncia un prossimo intervento di sostegno per circa 20 miliardi di scostamento e mi auguro che questa attenzione ci sia anche in quel caso (e in tal senso lavoreremo).
Sul piano regionale, questo Decreto costituirà una base di partenza – mi auguro – per la definizione di aiuti mirati a quelle realtà e categorie che necessitano di ulteriore sostegno (da sin troppo tempo). Già nell’esame del DL 17 (Misure a sostegno dei lavoratori dipendenti a tempo determinato, anche stagionali, che hanno cessato di beneficiare della NASpI) occorrerà ben valutarne l’integrazione con la norma nazionale appena varata, ma non soltanto. Nel prossimo futuro è bene che localmente si vada ad integrare quelle misure che non sono previste, per numero e per specificità locale, in questo Decreto così come sui prossimi.
Un esempio? Un indennizzo a favore di quelle attività che risiedono in Comuni non direttamente facenti parte di un comprensorio sciistico (facendo sempre riferimento al già citato art. 2 del Decreto), ma a favore del quale offrono stabilmente servizi e ricettività.