Gli anniversari della nostra Autonomia e dello Statuto Speciale cadono oggi all’indomani della tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale sulla legge regionale 11/2020. Una sentenza che già nelle prime anticipazioni della Corte, per mezzo del proprio ufficio stampa, ribadisce di fatto che “spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia”. Ora, non volendo entrare (ancora) nella diatriba di merito, in attesa di leggere le relative motivazioni, credo sia importante proprio nel novero di questi anniversari, ragionare sul presente ed il futuro del nostro sistema di Autonomia.
Come ho già avuto modo di dire più volte (anche nel corso del dibattimento sulla LR 11/2020) Autonomia significa Responsabilità. Applicare la nostra Autonomia significa dunque esercitare responsabilità di scelta e di azione sui temi che ci competono e aprire, come in questo caso, giusti percorsi di confronto (anche forte) con l’autorità istituzionalmente superiore per poter addivenire ad una soluzione del problema.
Ogni forma di contenzioso – non violento si intenda bene – permette in fin dei conti di poter dirimere dubbi ed incertezze e favore della futura gestione di simili problematiche. Il tutto ovviamente con vari gradi e reciproche responsabilità, proprio come in questo caso, dove a fronte di tale sentenza penso che ci saranno non pochi effetti sul complessivo sistema di gestione della pandemia a livello centrale. Ogni grado di autonomia e potere ha un suo livello di responsabilità. Conte, Arcuri e Speranza sono avvisati.
Tornando però ai nostri anniversari, voglio porre l’attenzione su di un tema molto importante in chiave futura. Un tema sorto anche nel corso dell’ultimo Consiglio regionale a seguito di una mia interpellanza. L’articolo 48bis dello Statuto, infatti, definisce la via di applicazione delle nostre prerogative statutarie attraverso l’utilizzo dello strumento delle “norme di attuazione”.
Nel corso della scorsa legislatura ed anche in questa, brandire questo strumento – almeno a parole – suscita in molti la soluzione ad ogni problema. Società partecipate, scuola, oneri di trasporto dell’energia elettrica, etc. sembrano sempre trovare la soluzione ottima ai relativi problemi attraverso la definizione di una futura norma di attuazione che però nell’instabilità amministrativa e politica di questi ultimi anni non ha visto la luce.
L’ormai frequente utilizzo a parole di questo strumento rischia di snaturare la fondamentale funzione della statuizione dell’articolo 48bis nel complesso sistema di Autonomia valdostano. Il percorso evolutivo del nostro Statuto Speciale non può infatti seguire i bisogni “della giornata politica” bensì una seria e concreta programmazione di come e cosa si voglia per la nostra Comunità nei prossimi anni.
Nel passato tanto di più si sarebbe potuto fare e nel presente avremmo potuto costruire meglio una “via valdostana” ai vari problemi senza dover sempre rincorrere altre esperienze, anche e troppo spesso da noi così lontane. Questi anniversari ci devono insegnare ad essere ancor più fieri e coraggiosi nell’esercizio della nostra Autonomia, senza diritti di supremazia di qualsiasi sorta che qualcuno spesso vanta a fronte di tanti anni di inalterata presenza sulla scena politica.