Mi è capitato in questi giorni di parlare con varie persone della possibilità che lo Stato italiano ponga la garanzia al 100% sui finanziamenti concessi dal sistema bancario alle imprese. A detta di tanti questo consentirebbe senza alcun tipo di problema la possibilità di automatico accesso al credito di chi non ce la fa. La cosa però, come spesso ci insegna la realtà dei fatti, è un po’ più complicata.
Lo Stato italiano per il tramite del Fondo centrale di garanzia PMI emette garanzie all’80% se dirette ovvero al 90% se in forma di riassicurazione (e.g. lo Stato garantisce una garanzia a sua volta concessa da un Confidi) ai sensi dell’art. 49, comma 1, lettera k) del Decreto 18/2020 “Cura Italia”. Il meccanismo non è nuovo, in quanto questo Fondo opera già da tempo (vedi il fu MedioCreditoCentrale) nella forma soprattuto di riassicurazione di altre garanzie e al sistema creditizio piace molto in quanto il quantum di capitale che la singola banca deve accantonare a fronte del finanziamento concesso è molto molto minore rispetto a quello previsto per le altre forme di garanzia.
Tutto bene. Ma stiamo ben attenti a sopravvalutare il meccanismo! Perché in fin dei conti qualcuno alla fine paga sempre, cioè lo Stato, cioè Noi tutti (o almeno i suoi contribuenti). Non dico questo perché contrario alla garanzia dello Stato, anzi sono favorevole a questa previsione soprattutto in questo periodo (pensiamo a cosa ha fatto la Germania con la KFW). Ma ricordiamoci sempre che in economia, finanza e nella vita di tutti i giorni qualcuno alla fine paga sempre e se le analisi a monte sono “allegre”, beh si rischia di dover pagare un conto molto salato.
Una battuta finale, per chiudere il ragionamento, sulla manovra che la BEI (Banca Europea degli Investimenti) ha fatto venerdì scorso mettendo a disposizione liquidità a titolo oneroso per le grandi aziende europee, previa (naturalmente) aggiunta della garanzia degli Stati che, in caso di mancata restituzione finirebbero per pagare il dovuto al posto del debitore. Ecco, anche in questo caso qualcuno paga, ma stiamo attenti ad un aspetto: i primi tre “soci” della BEI sono Germania, Francia e Italia con pari capitale sociale (€ 46,722,369,149).
Ecco, il mondo capitalista ci insegna da sempre che: ogni debitore deve pagare quanto dovuto, ogni creditore deve ricevere quanto dato ed ogni garante deve garantire “pro quota”.